Forse il cuore [di Salvatore Quasimodo]

Sprofonderà l’odore acre dei tigli
nella notte di pioggia. Sarà vano
il tempo della gioia, la sua furia,
…quel suo morso di fulmine che schianta.
Rimane appena aperta l’indolenza,
il ricordo d’un gesto, d’una sillaba,
ma come d’un volo lento d’uccelli
fra vapori di nebbia. E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta: forse
un’ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte,
ormai. Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola. Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo
e la paura. Le parole ci stancano,
risalgono da un’acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore…


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Legame

Come il ritmo che scandisce il tempo
il tuo cuore batte nel mio cuore
e dunque – voglio legarti
e poi amarti.


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